Sanità: boom privato accreditato su territorio, +7,8% in 3 anni

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Roma Boom del privato accreditato tra le strutture che si occupano di assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale: +7,8% in appena tre anni, tra il 2008 e il 2011. E’ quanto emerge dall’Annuario statistico nazionale 2011 sulle attività gestionali ed economiche delle Asl e Aziende ospedaliere e sul personale delle Asl e degli Istituti di cura pubblici, pubblicato online dal ministero della Salute.
A fronte del boom del privato accreditato, tra il 2008 e il 2011 si evidenzia una diminuzione delle strutture che erogano assistenza ospedaliera: si registra infatti una contrazione pari a -1,9% nel settore pubblico. Per l’assistenza specialistica ambulatoriale si assiste invece a un lieve aumento dello 0,1% delle strutture pubbliche e a una diminuzione dell’1,5% per quelle private accreditate.
Significativi incrementi, soprattutto per il privato accreditato, sono evidenziati dai trend dell’assistenza territoriale semiresidenziale (+0,1% per il pubblico, +7,8% per il privato accreditato) dell’assistenza territoriale residenziale (+1,8% per il pubblico, +7,8% per il privato accreditato), e dell’assistenza riabilitativa ex articolo 26 (+6,6% per il pubblico, +0,2% per il privato accreditato). Infine per l’assistenza erogata da altre strutture territoriali, a fronte di un aumento del 1,7% delle strutture pubbliche, si rileva una crescita del 3,8% delle strutture private accreditate.
In crescita anche l’assistenza domiciliare integrata. Nel corso del 2011 sono stati assistiti al proprio domicilio 605.896 pazienti, di cui l’83,2% over 65 anni e il 9,1% malati terminali. Mediamente a ciascun paziente sono state dedicate circa 22 ore di assistenza, erogata in gran parte da personale infermieristico (14 ore). Le ore dedicate a ciascun malato terminale risultano, invece, pari a 23.
Nel 2011 l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.120 istituti di cura; di questi il 53% è pubblico e il rimanente 47% privato accreditato. Risulta confermato il trend decrescente del numero degli istituti, già segnalato negli anni precedenti, anche per effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture. Il 66% delle strutture pubbliche è costituito da ospedali direttamente gestiti dalle Aziende sanitarie locali, il 10% da aziende ospedaliere, e il restante 23% dalle altre tipologie di ospedali pubblici.
Capitolo a parte è dedicato all’area dell’emergenza: il 54,5% degli ospedali pubblici risulta dotato nel 2011 di un dipartimento di emergenza e oltre la metà degli istituti (64,0%) di un centro di rianimazione. Il pronto soccorso è presente in oltre l’80% degli ospedali, il pronto soccorso pediatrico nel 15%. Con riferimento alle strutture con pronto soccorso, nel 2011 ci sono stati quasi 3,6 accessi ogni 10 abitanti; di questi quasi il 15% è stato in seguito ricoverato. Nelle strutture con pronto soccorso pediatrico, invece, ci sono stati 1,4 accessi ogni 10 abitanti fino a 18 anni di età; per l’8,7% di questi è stato successivamente disposto il ricovero.
L’Annuario 2011 analizza anche la situazione di medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, convenzionati con il Ssn. In media a livello nazionale ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.144 adulti residenti, ma a livello regionale esistono notevoli differenze. Ogni pediatra a livello nazionale ha in carico 1.030 bambini, con una variabilità territoriale anche più elevata rispetto a quella registrata per i medici di base.
Spicca il dato della provincia autonoma di Bolzano: 1.279 bambini per pediatra. Tutte le Regioni comunque sono caratterizzate da una forte carenza di pediatri in convenzione con il Ssn ad eccezione dell’Abruzzo, Sardegna e Sicilia.
Il documento passa al setaccio anche il parco delle apparecchiature tecnico-biomediche nelle strutture ospedaliere ed extraospedaliere. La presenza di questi macchinari risulta in aumento nel settore pubblico, ma la disponibilità è fortemente variabile a livello regionale: esistono in Italia circa 107,8 mammografi per ogni milione di abitanti, ma se ne registrano oltre 150 in diverse Regioni (Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento, Umbria).

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